Una donna dal volto severo, vestita con una stola di visone blu e ricoperta di diamanti, assume Lew Archer per rintracciare la sua ex cameriera perché sostiene che le ha rubato alcuni gioielli. Nonostante Archer si renda conto di essere vittima di un raggiro, la sua curiosità – e il compenso – lo inducono ad accettare il caso. Rintraccia la cameriera in uno squallido motel di una cittadina degradata, ma la trova morta nella sua stanza con la gola tagliata. Archer scava sempre più a fondo fino a imbattersi in una rete di inganni e intrighi, dominata dagli allibratori di Detroit, da mogli scaltre e bellissime, abili nell’arte del triplo gioco, e con al centro un giovane erede che sembra essere misteriosamente scomparso nel nulla.

Un romanzo, scritto nello stile beffardo di Macdonald, che esplora gli abissi della natura umana al punto che le persone corrotte riescono a contaminare tutti coloro che sfiorano, a volte con risultati fatali.

“Il romanzo mostra uno scrittore di gialli hard boiled ai massimi livelli e dà al sempre introspettivo ma mai supponente Lew Archer una ragione per fare sia l’antropologo sia l’investigatore. È la profonda comprensione di Archer – e di Macdonald – delle persone e dei loro modi spesso contraddittori, meschini e deplorevoli che gli permette di risolvere il caso ritrovando abbastanza umanità da non rinunciare alla razza umana. Altamente consigliato.” jasonhalf.com


“Il ghigno d’avorio è una storia di paura, di desiderio e del fascino che il denaro esercita. La trama è fitta e al tempo stesso abbastanza complessa da tenere il lettore sulle spine; i personaggi principali sono intriganti e un po’ insoliti per questo genere. Il romanzo è caratterizzato da un forte senso dell’ambientazione, sia geografica che temporale. L’America di provincia degli anni Cinquanta è ritratta in modo vivido e dettagliato, una comunità divisa in ‘emisferi più luminosi e più cupi’ dall’autostrada che l’attraversa.” JacquiWine’s Journal